Uno, cento, mille incontri in ogni angolo d’Italia per prendere coscienza sui valori in gioco nella fase finale della vita, che non è mai disponibile ed è sempre unica e irripetibile. E’ questo l’impegno assunto dai presidenti delle associazioni locali di Scienza & Vita convocati d’urgenza a Roma per approfondire il contenuto del Manifesto “Liberi per Vivere”, lanciato il 20 marzo scorso e sottoscritto da 41 associazioni, movimenti e nuove realtà ecclesiali. “Il Manifesto costituisce la base di partenza per una grande operazione di coscientizzazione popolare – ha precisato Maria Luisa Di Pietro, presidente dell’associazione – con la quale vogliamo rimettere al centro la persona umana con tutte le sue fragilità e particolarmente nella fase finale della vita. Per farlo diciamo tre sì e tre no molto impegnativi, ma sapremo motivarli nel discorso pubblico sulla base della ragione”.
Ecco i tre grandi sì: alla vita, alla medicina palliativa, ad accrescere e umanizzare l’assistenza ai malati e agli anziani. Ed ecco i tre grandi no: all’eutanasia, all’accanimento terapeutico e all’abbandono di chi è più fragile. Tutto questo sarà oggetto – precisa Scienza & Vita – di una grande campagna di formazione e informazione che vedrà il moltiplicarsi di incontri in tutta Italia, ma anche la diffusione di milioni di dépliant che raggiungeranno tutti i cittadini e tutte le famiglie attraverso la straordinaria rete costituita da associazioni e movimenti che hanno aderito al Manifesto valoriale. Il cui sottotitolo – conclude Scienza & Vita – reca in sé anche la “mission”: amare la vita fino alla fine.